Acquisizione del carteggio tra il poeta Giosue Carducci e la contessa Silvia Baroni Semitecolo

copertina di Acquisizione del carteggio tra il poeta Giosue Carducci e la contessa Silvia Baroni Semitecolo

L’importante nucleo documentario va ad arricchire il patrimonio di Casa Carducci

Il patrimonio del Settore Biblioteche e Welfare Culturale del Comune di Bologna si arricchisce di un importante nucleo documentario carducciano che sarà presto messo a disposizione degli studiosi e del pubblico: è stata infatti acquisita dal Comune di Bologna, con il contributo della Regione Emilia-Romagna sulla base del Piano bibliotecario 2023 (DGR 1869/2023), la  corrispondenza tra Giosue Carducci (Pietrasanta, 1835 - Bologna, 1907) e la contessa Silvia Baroni Semitecolo (Bassano, 1852 - Lizzano di Cesena, 1920), moglie del conte faentino Giuseppe Pasolini Zanelli.
Il carteggio privato, in cui compaiono le tracce della profonda amicizia che legò il poeta e la contessa, comprende una raccolta di 256 documenti, scritti tra il 1889 e il 1907, dei quali 181 sono riconducibili a Carducci; in risposta alle epistole carducciane, si trovano le minute di 75 lettere inviate dalla contessa Pasolini nel periodo compreso tra il 23 luglio 1902 e il 12 febbraio 1907, tra le quali l’ultima scritta quattro giorni prima della morte del poeta; sono anche presenti le buste postali che contenevano la maggior parte delle lettere del Carducci.

L’acquisizione del carteggio è stata finalizzata da un lato a preservare l’integrità del nucleo documentario, evitandone la vendita sul mercato antiquario con conseguente dispersione, dall’altro a far sì che i documenti autografi del poeta entrassero a far parte della collezione della biblioteca di Casa Carducci, a fini di conservazione e valorizzazione.
Attualmente è infatti in corso un progetto, in collaborazione con il Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell’Università di Bologna, per l’inserimento nella piattaforma archivistica della Regione Emilia-Romagna Archivi ER (https://archivi.ibc.regione.emilia-romagna.it/ibc-cms/) del Catalogo dei manoscritti di Giosue Carducci a cura di Albano Sorbelli e la Nuova Appendice di Torquato Barbieri. A completamento dell’inventario e della digitalizzazione, anche la corrispondenza tra Carducci e la contessa Pasolini sarà inserita sulla stessa piattaforma e le riproduzioni digitali del carteggio Carducci - Pasolini saranno così facilmente accessibili al pubblico degli studiosi e a quello più ampio degli amanti della letteratura.
L'acquisizione, digitalizzazione e la pubblicazione on line delle lettere costituiscono inoltre il primo atto di un programma di valorizzazione che potrà includere presentazioni pubbliche, iniziative espositive ed eventi in connessione con altre case carducciane in Romagna e in Toscana.

Estremamente interessante e avvolta per un lungo periodo in un alone di mistero è la vicenda che ha portato alla proposta di vendita fatta a Casa Carducci dalla signora Francesca Fattizzo di Rimini, che aveva ereditato le lettere. Sebbene fosse infatti nota l’esistenza della corrispondenza tra Carducci e la contessa Pasolini, dopo il secondo dopoguerra se ne erano perse le tracce.
Nel 1907, all’indomani della morte di Carducci, Antonio Messeri, in accordo con la contessa Pasolini che gliene aveva concessa la lettura, pubblicò da Zanichelli Da un carteggio inedito di Giosuè Carducci, una scelta parziale di 18 lettere di Giosue a Silvia. Si deve però a Natalino Guerra, con la tesi di laurea nel 1947, intitolata Ultime lettere d'amore di Giosuè Carducci e discussa col prof. Carlo Calcaterra, la divulgazione del contenuto dell’epistolario di Carducci alla Pasolini e delle risposte di lei, sulla base delle sue minute. La scoperta ebbe allora una certa risonanza fra gli studiosi che ne trattarono in diversi articoli. Guerra però si astenne dal rivelare l’identità della fonte che gli aveva mostrato le lettere e mantenne la stessa irremovibile “riservatezza” anche nel 2008, in occasione della stampa del suo libro Carducci e la Romagna (Faenza, Edit Faenza) nel quale, ormai anziano, consegnava definitivamente al pubblico, in maniera sintetica, quanto aveva scritto nella sua tesi 60 anni prima. Il mistero viene dissipato nel 2022: Laura Grabowski, dopo la morte della madre Silvia Minardi, trova in un cassetto i plichi delle lettere firmate “Giosuè Carducci” e quelli delle minute della contessa Pasolini: le sovvengono alcuni ricordi della madre e ricostruisce la vicenda. Silvia Minardi era stata fidanzata con Natalino Guerra e gli aveva mostrato il carteggio col quale egli compilò la sua tesi di laurea ma, interrotta la relazione, gli fece giurare di non rivelare mai la fonte della sua ricerca. E così avvenne. Alla Minardi il carteggio era arrivato per eredità familiare dal nonno Pietro Daddi, avvocato della Pasolini e del conte Pietro ed erede universale della Pasolini, morta senza eredi diretti.

Dalla corrispondenza emerge la profonda umanità di Carducci nel periodo finale della sua vita, in cui si trova ad affrontare il declino fisico dovuto alla malattia. Il poeta mantiene il suo carattere battagliero, continuamente in lotta con sentimenti estremi e incline alla malinconia, ma si dimostra anche attaccato strenuamente alla vita e desideroso di conforto, per non rimanere schiacciato dai limiti fisici e dalla prostrazione morale. L’intenso legame con la contessa si viene costruendo nel corso degli anni, per diversi motivi, e cresce in maniera inversamente proporzionale al declino fisico di Carducci. Alla “fata bianca” - così la definisce il poeta - Carducci si sente libero di confidare i suoi stati d’animo altalenanti e trova ascolto da parte di una personalità essa stessa provata da numerosi dolori (la morte dei tre figli in giovane età) ma non arrendevole. La contessa, dotata di un alto livello culturale e con una spiccata sensibilità artistica - tra le molte passioni, la Pasolini componeva musica e musicò anche versi del poeta - fu al centro di un salotto che radunava personalità di spicco tra artisti, letterati e musicisti nella dimora estiva dei conti Pasolini-Zanelli, l’attuale Villa Silvia a Lizzano di Cesena.